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Finchè la sua esistenza ebbe come centro di riferimento prima Bagnolo, dove nacque nel ’28 e poi S.Varano dove la sua numerosa famiglia si era trasferita subito prima del periodo bellico, non c’era stato né interesse né occasione di scoprire le qualità artistiche di Ezio ad Lilò ( questo il soprannome con cui era conosciuto Ezio Battistini). Bisogna quindi aspettare il 1949, dopo un ulteriore cambio di residenza che portò Ezio a risiedere a Bussecchio per assistere al suo incontro con il teatro. A Bussecchio, Ezio, entra inevitabilmente a contatto con i giovani del posto i quali, terminato il periodo bellico, avevano cercato e trovato nell’attività teatrale una forte ragione di aggregazione. Non c’è da frequentare nessun corso preparatorio né esami di sorta, basta avere la faccia tosta per buttarsi sul palcoscenico. E “ e’ vcarì “ non è il tipo da tirarsi indietro. Così di giorno macellaio per necessità e la sera attore per curiosità e passione. Si recita in lingua e anche se la dizione non è perfetta non è ciò che conta. Appare subito evidente che Ezio sa trasportare sul palco quella forte personalità che lo caratterizza nella vita e questo gli permette di affrontare l’interpretazione di vari tipi personaggi. L’esordio avvenne nel ‘52 nella farsa intitolata “Occhio di lince”. E così tra lavori strutturati e farse inserite a latere Battistini assume sempre maggior dimestichezza per il palcoscenico, luogo per il quale dimostra fin dall’inizio un certo feeling. E non importa che si reciti in lingua o in dialetto, anzi meglio ancora se in dialetto dove alla prima uscita ufficiale, 01/5/’56, risultò talmente aderente al personaggio interpretato nella “ Camisa dla Madona” da essere ricordato, da quel momento in poi, da tutti coloro che lo conoscevano, col nome di “Cagnéra”. Nel teatro dialettale dove le occasioni qualificate per affinare una formazione artistica, soprattutto a quei tempi, non erano molte e quasi tutto era lasciato in mano all’iniziativa dell’attore, i talenti naturali come Battistini emergono in modo prorompente. Esuberante e vocalmente colorito entra in perfetta simbiosi con certi tipi di personaggi del mondo dialettale e, al trascorrere del tempo, la sua presenza scenica assume una “naturalità” impareggiabile. A ‘ Cagnèra’ e a ‘ Cornelio ‘ si aggiungono così personaggi che non so se sia più giusto definirli ancora tali o se vadano visti come persone reali, vista l’intensità e i tratti di realismo con cui Battistini ha dato loro vita sul palcoscenico. Fafì de “Nid dla farlota”, Gigiò de “ Gigiò e va int i frè”, Sisaia de “La sumara ad Tugnara”, Merigo de “ La strè vècia par la nova”, Primo de “Pizgor dla nubiltè” nonché Mezdè de “La piteda”, solo per citare i principali, costituiscono pezzi pregiati di Romagna (a volte di una Romagna da museo). Pezzi, oserei dire, più originali dell’originale e perciò teatrali al massimo grado. Con tali premesse può il teatro non riconoscere meriti e qualità di questa portata? No di certo. Conseguenza logica che premi e riconoscimenti all’attore Ezio Battistini fiocchino da ogni angolo della Romagna dove si è esibito e oltre. Difatti gli è stato attribuito il prestigioso premio F.I.T.A.L.I.A nel 1992 nel contesto di una valutazione critica a livello di teatro amatoriale nazionale. Il teatro è vita e Battistini ne era pienamente consapevole visto che dopo oltre cinquant’anni di attività teatrale sentiva ancora l’attrazione del palcoscenico come, e più, dei tempi di “Occhio di lince”.
E’ ciò che Ezio diceva ne “La sumara ad Tugnara”, alla notizia che sarebbe diventato bisnonno. Purtroppo non sempre succede così. Alla fine del 2008 Ezio se ne è andato, lasciando un grande vuoto nella Compagnia. Siamo sicuri che Gigiò, Merigo, Sisaia, Primo, Fafì… e i tanti altri personaggi da lui magistralmente interpretati, in qualche modo ci osservino, pronti a consigliare, ispirare, aiutare e anche criticare tutti noi, affinché la Compagnia continui ad impegnarsi per la salvaguardia del dialetto e del teatro dialettale, a cui lui teneva tanto. Clip: Ciao Ezio |
ANNO | COMMEDIA | PERSONAGGIO |
1956 | La camisa dla Madona | Ciro | |
1957 | Cla béla famiulèna | Cagnera | |
1958 | Se ognon badess a cà su | Curnelio | |
1981 | E nid dla farlota | Fafì | nel 1996 premio per il miglior attore a Reda nel 2004 premio per il miglior attore a Faenza "Teatroinsieme" |
1982 | La sumara ad Tugnara | Sisaia | |
1983 | E gos dla cocla | Trinzèt | |
1985 | Gigiòn e va int i fré | Gigiòn | nel 1992 premio nazionale F.I.T.A. a Sorrento per il miglior
attore nel 2005 premio per il miglior attore a Faenza "Teatroinsieme" |
1986 | La tévla zòpa | Vanola | |
1987 | Ridar da murì | Marangon | |
1988 | La stré vècia par la nòva | Merigo | |
1990 | E cumiè | Duminè | |
1992 | La pitéda | Mezdè | |
1995 | E pascià dla Valverda | Selmo | |
1996 | Quand che i s'inamora | Pasquél | |
1998 | L'an dla neva grosa | Lurènz | nel 1999 premio per il miglior attore a Lugo - S.Rocco nel 2000 premio per il miglior attore a S.P. in Vincoli |
2000 | E pizgor dla nubilté | Primo | |
2001 | A e mond a sbagliè tott | Aurelio | |
2006 | Una vòlta in Rumagna | Conte Monaldo | nel 2007 premio nazionale F.I.T.A. a Pizzo Calabro per il miglior attore |
Nel 2010 a Meldola - Teatro "Dragoni" - ad Ezio è stato assegnato il Premio HESPERIA (alla memoria).
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